“In tempo di emergenza epidemiologica”. È il titolo della lunga lettera inviata sabato a tutti i dirigenti dei Csv, agli organi sociali e allo staff, con cui il Presidente dell'Istituto Italiano della Donazione (IID) e di CSVnet Stefano Tabò fa il punto sul “contesto inedito” che anche la rete dei Centri di servizio per il volontariato si trova a vivere. Un “segno di vicinanza”, motivato anzitutto dal fatto che il decreto del Governo dell'11 marzo non include quelle dei Csv tra le attività sospese, e che quindi i centri non si possono considerare “chiusi”.
Come raccontato da CSVnet, tutti hanno infatti riconvertito in modalità a distanza gran parte dei servizi erogati. Tabò rileva che “in questo momento di disorientamento, risulta preziosa (ma anche assolutamente difficile) l'opera di informazione e orientamento da parte dei Csv”, dato che i volontari “si chiedono se possono continuare a praticare la loro attività” e le singole organizzazioni “vogliono comprendere se e come poter coinvolgere volontari e, a monte, se possono continuare a erogare i propri servizi”.
In questo senso l'azione “inevitabilmente molto variegata” dei Csv, sottolinea il presidente, “è anche diretta conseguenza dell'assenza di disposizioni regolamentari da parte dell'autorità pubblica centrale e dal comportamento differenziato registrato tra le autorità locali (regioni, prefetture, comuni in riferimento alle rispettive competenze). Solo in queste ore stanno pervenendo dal Governo risposte veramente in grado di fare chiarezza su aspetti essenziali come la non sospensione di servizi sociali essenziali”. In assenza di queste risposte, precisa Tabò, “risulterebbe assolutamente impropria, se non controproducente, una linea orientativa da parte di CSVnet ad uso di tutto il territorio nazionale”.
In un passaggio della lettera, il presidente si chiede: “Che diciamo ai volontari, oggi? Se fossimo in condizioni anche più estreme, ma già conosciute, sarebbe decisamente più facile rispondere. Il primo appello sensato è «state a casa!» - prosegue la lettera. - Fermi un attimo. Nel dire questo, abbiamo la consapevolezza che stiamo esaltando uno dei principi fondamentali della Carta dei valori del volontariato che inizia proprio con le seguenti parole «volontario è la persona che, adempiuti i doveri di ogni cittadino (…)». Prima i doveri di cittadino. Poi l'attività di volontario. Nessun ‘eroe', per favore, sulla pelle degli altri”.
Dopo aver ringraziato le migliaia di realtà di volontariato che sono impegnate fin dalla prima fase dell'emergenza, Tabò specifica quindi che “ogni azione pratica organizzata che coinvolge i volontari presuppone l'assunzione piena delle responsabilità delle organizzazioni a cui fa capo l'azione medesima. Per i CSV si tratta, in particolare, di rendere coscienti e coerenti gli enti di terzo settore che pianificano e realizzano interventi in questa situazione emergenziale”. L'esplicito riferimento è alle tutele per i volontari che risultano più che mai un tassello da non trascurare.
Dopo aver elencato le azioni che CSVnet sta compiendo sia a livello di lettura della normativa che di servizi ai Csv, la lettera si conclude citando due lezioni che l'attuale crisi ha già reso evidenti: “Certamente, - scrive il presidente, - si è trovato avvantaggiato chi, tra noi, ha già scommesso sull'impatto positivo della trasformazione digitale. Si tratta di investire con più decisione in tal senso, sapendo che non parliamo solo di aggiornare gli strumenti digitali ma di incidere sulla cultura organizzativa e sulle prassi dei nostri Csv”. L'altra lezione riguarda “l'azione sinergica tra diversi Csv operanti nella stessa regione”, rivelatasi particolarmente efficace.
La lettera si conclude con “un grande grazie” a tutti gli operatori, i collaboratori, i consulenti, i volontari dei CSV e di CSVnet (più di 800 persone in totale) “che continuano ad assicurare disponibilità ed attenzione in questi frangenti difficili”.