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Distruzioni, morte, sofferenze, dolore. La speranza era che potessero finire velocemente, invece non è così. Ogni mattina ci svegliamo e le notizie ci soverchiano e ci travolgono, tutti ci sentiamo mobilitati e coinvolti, tutti ci sentiamo vicini al dramma dell'Ucraina. È così anche per Medici con l'Africa Cuamm, che ha il cuore che batte in Africa.
Adesso c'è anche un fronte interno, europeo e bisogna in qualche modo provare a dare una risposta. Cuamm lo farà con due interventi concreti, mirati, sempre costruiti in collaborazione con le autorità locali. Il primo a Chinisau, in Moldavia, dove hanno trovato una città poverissima di 220.000 abitanti che fatica a sostenere il peso di quasi 150.000 rifugiati ucraini, destinati ad aumentare nel caso la città di Odessa dovesse cadere e il flusso di profughi intensificarsi ulteriormente. Interverranno con un'unità sanitaria che fornirà assistenza materno-infantile e sostegno ai pazienti anziani, molti dei quali sono ospitati in case private ma privi di un riferimento sanitario.
Ed è quello che faranno anche in Ucraina, sostenendo soprattutto dal punto di vista del rifornimento logistico l'ospedale oncologico di Chernivtsi e un'ong locale molto attiva.